L'impegno della Scuola

“UNA MAESTRA NEI GUAI”: LA RISPOSTA DELLA SCUOLA

“ - Buongiorno, lei è Preside dell’Istituto Comprensivo Sestri Est?

- Sì. Chi parla?

- Sono un giornalista. Abbiamo saputo che gli Insegnanti che prestano servizio nella sua scuola, nonostante l’esiguità delle risorse economiche, riescono ad attivare percorsi formativi di contrasto della dispersione scolastica e di recupero delle difficoltà. È così? Può confermarlo?

- Sì. In effetti, stiamo lavorando ad un’idea di scuola inclusiva, capace di valorizzare le attitudini e contrastare lo svantaggio sociale e cognitivo, rispondere ai bisogni educativi speciali, dilatare il tempo scuola grazie ad un’attività negoziale con Associazioni sportive e corsi linguistici, in modo da venire incontro alle esigenze organizzative delle famiglie e, al contempo, ampliare le opportunità formative degli alunni. Gli Insegnanti, inoltre, sono tutti impegnati nell’aggiornamento della didattica per garantire agli studenti l’acquisizione non solo delle conoscenze, ma anche e soprattutto delle competenze, per renderli capaci di agire in modo autonomo e responsabile …

- Quali azioni intraprende nei confronti dei Docenti impegnati su questo fronte?

-  Al momento, non potendo contare su adeguate risorse finanziarie e prospettive di carriera, confido nella futura valorizzazione del merito che il programma “La buona scuola” del Ministero promette di riconoscere all’impegno di coloro che ogni giorno aiutano i ragazzi a crescere per renderli capaci di affrontare il mondo.”

 

Sono Maddalena Carlini, Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo “Sestri Est”, la “scuola del Ponente“ genovese che domenica 26 ottobre u.s. è stata oggetto dell’articolo, comparso sul quotidiano “Il Secolo XIX”: “Sei anni, si rasa in classe: maestra nei guai”, nel quale si “denuncia” la mancata vigilanza di una Maestra su un’alunna che in classe si è tagliata i capelli; solo oggi, martedì 28 ottobre, sono riuscita a trovare il tempo per scrivere questa intervista immaginaria, che sicuramente, come probabilmente le seguenti righe, non potrebbe mai salire all’onore delle cronache, in quanto non segnala un “caso a Ponente”, bensì una condizione comune a molte Istituzioni scolastiche, quotidianamente chiamate a garantire qualità ed efficienza, ma degne di fare notizia solo se diventano bersagli da colpire.

Il “caso”, che avrebbe dovuto prioritariamente richiedere alla scuola - come è avvenuto - un’attività istruttoria - che è in corso - di accertamento delle responsabilità, secondo le procedure previste dalla normativa in materia disciplinare, coinvolge una Docente di indubbia preparazione, stimata non solo per le capacità di insegnamento, ma anche per la dedizione e la cura dimostrata da diversi anni nei confronti degli alunni: caratteristiche che, pur essendomi premurata di dichiarare alla stampa, non hanno trovato spazio nel pur lungo e particolareggiato articolo.

La definizione di una “maestra nei guai” restituisce l’immagine di una scuola “colta in flagrante”, dove i docenti possono essere “scoperti” e i dirigenti Scolastici si affannano, mortificati e affranti, a trovare soluzioni sanzionatorie.

 

 

NON È COSÌ.

“Il caso a Ponente” è avvenuto in una scuola dove, come in tutte le Istituzioni scolastiche, le norme sulla vigilanza degli alunni sono codificate e vengono osservate dal personale docente e non docente; dove gli Insegnanti sono chiamati a non lasciare mai e per nessun motivo gli alunni incustoditi; dove, quel pomeriggio del 24 ottobre, un’Insegnante ha sbagliato venendo meno alla disposizione di comunicare tempestivamente alle famiglie gli incidenti, a prescindere dalla percezione di gravità, nei quali possono incorrere gli alunni. L’Insegnante ha sbagliato nel dare la precedenza al soccorso all’alunna, che ha immediatamente e ripetutamente rincuorato per quanto era accaduto, cercando di ottenere il ripristino, tra i bambini della classe, di quella serenità che consentiva di proseguire normalmente le attività.

L’Insegnante non ha osservato una delle direttive che ripeto con più tenacia ai Docenti, e la scuola è chiamata  a risponderne ai genitori dell’alunna, ma sicuramente non può essere oggetto, come è avvenuto, di un processo sommario, pubblicato via face book, con valutazioni, considerazioni e, addirittura, immagini della bimba, che – queste sì- richiederebbero una segnalazione sulla stampa e una denuncia nelle sedi competenti.

Nel frattempo, la scrivente, i docenti, il personale di segreteria, i collaboratori scolastici, i genitori degli alunni, vanno avanti, perché – lo affermo con orgoglio – siamo una squadra e giochiamo per vincere.

Pasolini affermava che “Il lavoro del maestro è come quello della massaia. Ogni giorno bisogna ricominciare daccapo”: è un’immagine allegra, che evoca la cura, la creatività, la sperimentazione, la passione. Qualche volta, però, dobbiamo ricominciare con qualche coccio da spazzare via e l’amarezza per qualcosa che è stato ingiustamente infranto, ma la consapevolezza del privilegio di concorrere alla costruzione del futuro dei nostri ragazzi è incomparabilmente più forte.

 

Dott.ssa Maddalena Carlini

Dirigente Scolastica Istituto Comprensivo “Sestri Est”

 

Genova, 28 ottobre 2014